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Un city brand per il rilancio della città

Progettare un brand forte e di valore è il punto di partenza su cui Gabicce vuole proiettarsi verso il futuro, per sviluppare una rinnovata percezione della città, per creare un nuovo legame emotivo con le persone, per delineare un diverso approccio con la comunità che la abita e per promuovere, quindi, la propria immagine dal punto di vista turistico.

Partendo da segni che traggono origine dalla storia della città, dal paesaggio naturale e dal contesto urbano, si è costruito un nuovo sistema visivo modulare che riesce a comunicare lo spirito del territorio, declinandolo con coerenza su ogni singolo aspetto della città, dalla presenza fisica, attraverso installazioni urbane, fino a quella digitale per arrivare a un numero più vasto di pubblico.

Il progetto firmato da Laura D’Amico, designer e grafica, assieme a Anton Luca Nannini, architetto, e Federico Fusaglia, digital specialist, è una visione di sistema dove l’identità contiene tutti gli aspetti di Gabicce, la sintesi indissolubile degli aspetti paesaggistici, la spiaggia e il San Bartolo che racchiudono l’incantevole baia e che si incontrano a metà strada nel luogo simbolo della città: il Mississippi.

Cresciuta a Gabicce - spiega Laura d'Amicoè stato naturale posare lo sguardo sulla sua storia e sulle sue eccellenze morfologiche dal promontorio, il primo che si incontra sull’Adriatico, fino alla spiaggia, elementi identitari che hanno caratterizzato non solo un periodo storico, ma sono stati bacino di una cultura balneare e naturale che oggi si rinnova. Progettare un’identità territoriale è soprattutto un'operazione concettuale più che estetica, dove il design diventa uno strumento di decodifica capace di mostrare punti di vista e memorie ancora esistenti anche se invisibili. Abbiamo così reso visibile il paesaggio, inteso come l’unione degli aspetti naturali, culturali e sociali, attraverso una nuova topografia che, tassello dopo tassello, compone l’unicità di Gabicce dove i confini finalmente si uniscono”.

Nasce così il nuovo brand di Gabicce Mare che trae spinta e ispirazione dai bozzetti pubblicitari di Silvano Magi e dai lettering vintage dei locali che hanno fatto la storia di Gabicce. Il city brand, che sarà presentato alla città il 14 agosto dopo un percorso di condivisione con gli operatori turistici, è il racconto di ogni suo aspetto, il suo essere tante cose in una sola: spiaggia e promontorio, porto e falesia, sabbia e roccia, tradizione e modernità. Tutti valori che oggi si congiungono nel segno di una nuova veste grafica e un nuovo progetto di installazioni, che andranno ad arricchire alcuni punti chiave del contesto urbano.

Benché la fase dell’emergenza sanitaria abbia ridefinito ogni priorità nella gestione immediata e complessa dell’emergenza stessa- interviene il Sindaco Domenico Pascuzzi- la mia amministrazione comunale ha sempre mantenuto ben salda l’intenzione di continuare a lavorare sulla promozione turistica e di ripensare a un rilancio della città tramite un progetto di City Branding che aveva iniziato a delinearsi già nel 2019. Una scommessa per la ripartenza che regalerà una nuova immagine visiva di Gabicce Mare. Dobbiamo puntare a creare per la nostra splendida città una nuova identità che possa coniugare le nostre peculiarità: il mare (Bandiera Blu e Bandiera Verde, il monte (Parco Naturale del San Bartolo), l’accoglienza. Tutti elementi che fanno di Gabicce una meta ambita e che la rende unica per Natura”.

Dal 15 luglio diversi tasselli che comporranno la nuova immagine della città si mostreranno nei principali canali social per arrivare al culmine il 15 agosto, nel cuore dell’estate, con una celebrazione della nuova veste di Gabicce che si presenta nel 2020 per accompagnarci negli anni a venire.

“Questi tasselli- commenta l’Assessore al Turismo Marila Girolomoni- riscrivono Gabicce e ce la raccontano, richiamando alla mente tanti diversi aspetti e storie che la nostra città custodisce. E’ un progetto che alla fine ci porta anche a riflettere su quello che Gabicce rappresenta per tutti noi che la viviamo”


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