Il Comune esegue controlli per verificare che i contribuenti, abbiano pagato quanto dovuto per imposte e tasse.
Se viene rilevata un’irregolarità, l’ufficio invia al contribuente un avviso di accertamento per informarlo del debito e indicare l'importo da pagare, comprensivo di sanzioni e interessi.
Dal 30 aprile 2024, per situazioni particolari, prima di emettere l’accertamento vero e proprio il Comune deve inviare al contribuente uno “schema di atto”, cioè anticipargli i contenuti dell’accertamento che sarà emesso ufficialmente 60 giorni dopo la data della notifica e garantire così il suo diritto al contraddittorio, cioè ad approfondire la propria posizione tributaria e/o replicare.
Dopo aver ricevuto lo schema d’atto, infatti, il contribuente entro 60 giorni può:
Solo dopo 60 giorni dal ricevimento dello schema d'atto, il Comune emetterà l’avviso di accertamento.
PER QUALI ATTI IL CONTRIBUENTE HA DIRITTO AL CONTRADDITORIO?
Il contribuente ha diritto al contradditorio, e quindi riceve prima lo schema d’atto, per situazioni in cui la determinazione della base imponibile NON si basa su criteri oggettivi, e quindi la determinazione della violazione può risultare in modo non certo e preciso o in via presuntiva,dando luogo a valutazioni/interpretazioni.
Il diritto al contraddittorio invece è precluso quando il Comune accerta la violazione basandosi su elementi oggettivi e dati nella disponibilità del Comune (per es. il calcolo dell’imposta basato sulla rendita catastale di un immobile), oppure quando esiste pericolo motivato e fondato per la riscossione.
In questi casi il contribuente riceve direttamente l’accertamento, non preceduto dallo schema di atto.
Per approfondire e individuare nel dettaglio i casi soggetti ad invito al contraddittorio e quelli esclusi, si suggerisce la lettura dell’art. 5 del Regolamento generale delle entrate tributarie.
Di seguito è possibile visionare il Regolamento Generale delle Entrate Tributarie.